Non usate il corpo di una donna, delle donne, per dar voce – e legge – a xenofobe follie.
Una piccola rassegna stampa:
All’armi siam razzisti (Liberazione)
Qual è lo schema classico della persecuzione razziale? Si prende lo spunto da un delitto per il quale è sospettata una persona che appartiene ad una certa nazionalità, o a un gruppo etnico. Si monta una campagna contro il delitto e si delinea un automatismo tra delitto e nazionalità. Sulla base del pregiudizio razziale, che è durissimo a morire. Subito dopo, spinti dall’ira popolare, si procede a leggi speciali, persecutorie, che sospendono il normale corso della legalità e della costituzionalità e anche i diritti fondamentali dell’uomo. In Italia già successe così i con le leggi speciali del 1938, varate per colpire gli ebrei.
Mercoledì sera il governo Prodi ha varato le leggi speciali che autorizzano la persecuzione dei romeni al di fuori delle vie ordinarie del diritto. Non solo dei romeni sospettati di qualche reato, ma anche dei loro familiari. Esistono, come vedete, tutte le caratteristiche della deportazione. […]
La violenza è sessista (Lea Melandri)
Accanto al montante clima di odio, cresce anche l’indignazione di molte donne, che non si vogliono prestare al gioco né del sindaco di Roma Veltroni, né del capo del governo Prodi. […]
Quando il branco siamo noi (Carlo Avossa)
Eppure nelle nostre scuole vivono, giocano, studiano decine di migliaia di bambini e bambine, ragazzi e ragazze migranti o figli di migranti. […] per loro è il luogo dove le culture si incontrano, dove lo Stato Italiano si fa garante anche per loro di bisogni fondamentali dell’individuo: stare insieme, imparare e conoscere.
[…]
Ma, anche se lasciata quasi del tutto sola, la scuola non può e non deve permettere il linciaggio mediatico che sta abbattendosi oggi su Rom e romeni, o sui migranti in generale.
La sola speranza di integrazione, e di un futuro di pace in Italia, è lasciata alla scuola.
Occorre che tutti ne tengano conto.
Perché non espellete i maschi italiani? (Angela Azzaro)
La scena che abbiamo visto ieri è la peggiore che potessimo immaginare, ma ha svelato in pieno l’uso e abuso che viene fatto della violenza contro le donne per legittimare la logica sicuritaria. Non è un caso infatti che la stretta repressiva sia avvenuta davanti a una violenza da parte di un migrante. E’ il modo migliore per individuare un nemico esterno, mettere la donna sotto tutela e far finta che il problema è il mostro, lo straniero, colui che viene da lontano. Due piccioni con una fava. Anzi tre piccioni. Perché la cosa più importante che dimenticano volutamente Veltroni, Prodi e tutta la compagnia è che la prima causa di morte e di invalidità permanente per le donne italiane sono gli italiani. Italiani come loro, uomini come loro. E’ un massacro quotidiano che avviene dentro la famiglia da parte di mariti, di padri, di fratelli e di fidanzati. Ma nessuno di loro parla, dice qualcosa contro quella che è una vera calamità. Bocche cucite. Facce indifferenti. Nelle stesse ore che tutte le agenzie di stampa e i telegiornali sparavano in primo piano la notizia del “romeno”, un bravo italiano dava fuoco alla convivente sudamericana. Perché Prodi o il suo successore Veltroni non hanno chiesto di espellere gli italiani, di autoespellersi da questo paese perché incivili? […]
Dai Blog:
Mito del sangue (Diario di una perfetta stronza)
[…] Odo fascisti risorgere duri, facendo eco alla distinzione xenofoba tra rom e rumeni, tradizione nazionalista sì, che quando è marcia, trova sempre i suoi sostenitori. […]
Nel nome del padre. Anzi, della “razza” (Nicoletta Poidimani)
[…]Ciò che conta non è la vita di queste donne, ma la nazionalità dei loro assassini, come in ogni caso di violenza contro le donne. Le donne uccise o stuprate da familiari, parenti e amici italiani che sono poi la gran parte meritano solo un trafiletto sui giornali, ma emergono alla ribalta delle
cronache se lo stupratore o l’assassino è un immigrato. Assistiamo, così, quotidianamente alla distorsione razzista di un dramma reale, il femminicidio. E oggi più che mai la logica securitaria, principale produttrice di paura, sfrutta questo gravissimo problema in Italia mai risolto perché mai realmente affrontato per rappresentare l’altro, lo straniero, come pericoloso.
[…]
Rumeni (le fate)
[…]Qualcuno lo vuole dire che la signora di Roma violentata ed uccisa dallo sporco rumeno aveva maggiore probabilità statistica che ciò le accadesse ad opera del marito – italiano e borghese – o dell’ex fidanzato – altrettanto italiano e borghese – delle elementari?
Qualcuno lo vuole dire che le baraccopoli andrebbero eliminate perchè è uno schifo che la gente viva così e non perché sono un pericolo per la nostra quieta vita di comodità?[…]
E’ stupro di stato: Le donne italiane possono essere massacrate solo da italiani! (Femminismo a Sud)
[…]Romene sono moltissime donne che fanno le badanti pagate una miseria per badare a bambini e anziani delle borghesi famiglie italiane. Poco conta se in queste stesse giornate abbiamo saputo che un italiano molestava abitualmente le 4 nipoti, un’altro ancora una nipotina che è pure morta, poi ancora uno che ha picchiato barbaramente la moglie fino a mandarla in ospedale e ancora stupri e delitti tutti made in italy.[…]
Grazie.
E’ importante
:)
(vi seguo)
[…] 11th, 2007 by gattopazzo A proposito del penultimo post “Non in nome delle donne“, vi segnalo questo […]
Senti questa di Giuliano Ferrara: «in nome di una schizofrenica e grottesca ideologia della salute della Donna, che con la donna in carne e ossa e con la sua speranza di salute e di salvezza non ha niente a che vedere, alla mannaia dell’asportazione chirurgica o a quella del veleno farmacologico via pillola Ru486»
e non ti rovino la pagina la trovi, assieme a tutto il resto su:
http://esserecomunisti.wordpress.com/2007/12/24/
il-parossistico-freudiano-rapporto-di-ferrara-con-le-donne/